11 Febbraio 2021 - In evidenza
Ciao, “Cala”!
Vai al Contenuto Raggiungi il piè di pagina
Carloalberto “Cala” Cimenti aveva 46 anni ed è stato travolto da una valanga sotto il Col Chalvet, lungo il versante che dà sulla Valle Argentera, nel Comune di Sauze di Cesana (Valle di Susa). Precipitata per oltre 200 metri, la massa di neve ha ucciso anche il suo amico Patrick Negro, volontario del Soccorso alpino.
Alpinista e scialpinista di fama, Cimenti aveva svolto attività sulle Alpi e sulle Ande, in Africa e nel Pamir, in Himalaya e nel Karakorum.
Nato a Torino il 14 febbraio 1975, si era cimentato con l’alta quota sin da ragazzino. A soli 12 anni, legato alla corda di suo padre, aveva raggiunto la vetta del Monte Bianco. Da giovanissimo, aveva poi affrontato i 6893 metri dell’Ojos del Salado, vulcano tra Argentina e Cile, il Kilimanjaro e diverse montagne nepalesi di 6000 metri.
Nel 2005, Cala aveva inserito nel suo curriculum il primo 8000: il Cho Oyu. Nel 2010, aveva salito disceso in velocità l’Ama Dablam, in Nepal. Nel 2011 era riuscito a scendere con gli sci dal Manaslu, nel Nepal centrale.
Cimenti era stato il primo italiano a fregiarsi del titolo di “Snowleopard”, concesso a chi sale le cinque cime più alte del Pamir e Tien Shan, che lui aveva anche disceso con gli sci.
Nel 2017, aveva salito e sceso con gli sci un altro ottomila: il Dhaulagiri, la settima montagna più alta della terra. Poi, tornato al campo base, aveva chiesto alla fidanzata di sposarlo. Nel 2018, un’altra magnifica discesa in sci, sul ripido scivolo del Laila Peak, in Karakorum.
Nell’estate del 2019, con una incredibile performance, aveva salito la via Kinshofer al Nanga Parbat ed era poi sceso dalla montagna con gli sci. In seguito, sempre con gli sci, aveva salito e sceso l’inviolato Gasherbrum VII. Al termine della discesa, si era prodigato nel soccorso e nel recupero del suo compagno di cordata, Francesco Cassardo, precipitato dal pendio di salita e gravemente ferito.
La pandemia di Coronavirus, lo scorso anno, aveva fermato molti suoi progetti, ma Cimenti non aveva rinunciato alla bicicletta e a un giro tra le montagne italiane, con tante belle discese in parapendio. Ieri la neve ha messo fine ai suoi sogni e al suo futuro di scalate e ascensioni.
Addio, “Cala”, con un grande abbraccio da parte di tutti i soci del Club alpino italiano.